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Dr. Rossano Tosi Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo Brescia (BS)

Disfunzione erettile Brescia (BS)

Disfunzione erettile, cos’è? Quali sono le cause? Come sì interviene?

Iniziamo con il dire che la diagnosi di “disfunzione erettile” ha sostituito nel corso del tempo quella più comunemente utilizzata di “Impotenza”.

Questo termine genera ancora molti equivoci e paure, determinando un’idea generale di inadeguatezza maschile, che si estende a macchia d’olio, passando dal campo sessuologico che le è proprio a quello più generale della personalità e della vita.

Gli specialisti, psicologi-sessuologi ed i medici, andrologi o urologi per lo più, hanno quindi sentito il bisogno di modificare la terminologia, ritenuta come si è visto troppo “invalidante” da un punto di vista psicologico, con la dizione “disfunzione erettile” o “disturbo dell’erezione” che viene riferito unicamente all’apparato genitale, ed ancor di più ad una sua particolare, ma non unica e sola funzione, ossia quella erettiva.

Le paure prendono vita dall’immaginario culturale maschile, ma non solo, e portano all’attivazione di meccanismi di difesa, che contribuiscono a creare un corto circuito ansiogeno che rinforza la situazione problematica, in quella che è chiamata comunemente “ansia da prestazione”.

Possiamo definire la D.E come: "l’incapacità o la difficoltà dell'uomo nel raggiungere e mantenere l'erezione, al fine di iniziare e portare a termine con soddisfazione il rapporto sessuale".

La D.E si caratterizza fortemente per il fatto che, pur provando il soggetto desiderio, e per quanto possa vivere una situazione fortemente erotizzata, non riesce ad ottenere l’erezione, o comunque non una sufficiente a garantire la penetrazione e/o la durata dell’atto sessuale.

Normalmente, quando non sì è in presenza di una disfunzione, la normale risposta sessuale maschile prevede la presenza di una sensazione soggettiva di piacere che comporta a sua volta delle concomitanti reazioni e modificazioni fisiologiche, che nel maschio sono rappresentate, principalmente dalla comparsa di un’erezione idonea alla penetrazione.

Per rientrare in un quadro diagnostico, questa difficoltà o incapacità, che colpisce circa il 10% della popolazione fra i 18 ed i 60 anni, non deve essere occasionale, ma persistente o essere ricorrente per almeno 6 mesi riscontrandosi in più del 75% dei casi, causando notevole disagio e difficoltà nelle relazioni interpersonali.

Da un punto di vista diagnostico distinguiamo fra D.E primaria” o “secondaria”, a seconda se sia presente fin dall’inizio dell’attività sessuale, rendendo chi ne soffre incapace di aver mai avuto un rapporto sessuale, oppure se si è sviluppata in un secondo momento, dopo un periodo più o meno lungo di “normalità”.

La forma secondaria è molto più comune rispetto a quella primaria, fino a dieci volte più frequente.

Un altro importante criterio, riguarda se la D.E sia “generalizzata” o “situazionale”, nel primo caso rientrano quei soggetti per cui la disfunzione erettile di presenta di fronte a qualunque tipologia di stimolo; nel secondo compare limitatamente ad una certa gamma ristretta di situazioni e/o stimoli.

Sì distingue inoltre fra D.E  “totale” quando l’erezione è completamente assente, e “parziale” se è presente un fenomeno erettivo ma, risulta troppo inconsistente per consentire la penetrazione.

Quest’ultima situazione è la più comune, fra gli uomini che chiedono aiuto ad un sessuologo.

Esistono cause di natura organica e cause di natura psicologica, così come situazioni miste in cui entrambe le componenti giocano un ruolo nel determinare la comparsa della D.E.

Fondamentalmente si riconoscono come fattori organici che possono causare del tutto o in parte D.E: il fumo, l’abuso di alcool, l’uso di droghe naturali o sintetiche, l’uso di alcuni farmaci e di alcuni psicofarmaci, condizioni croniche quali il diabete, l’insufficienza renale, aterosclerosi, insufficienza cardiaca, ipertensione, come conseguenza della terapia chirurgica per il tumore prostatico e di molte patologie tipiche della terza età.

Le cause di natura psicologica della D.E sono multifattoriali: stress, ansia generalizzata ed anticipatoria, eventi traumatici, depressione, lutto, complesso d’inferiorità, dipendenza da sostanze stupefacenti e così via elencando.

Di fronte a tutta questa gamma di situazioni possiamo affermare che la causa ultima della D.E psicogena è da ricercarsi nell’intera personalità del soggetto, individuando di volta in volta quali possano essere le cause primarie per quello specifico paziente.

L’aspetto psicologico forse più importante, è ad ogni modo rappresentato dall’ansia, definita spesso “da prestazione”, in grado di creare un meccanismo a feed-back positivo auto rinforzante, per cui la causa principale (stress, paura, trauma etc.) inibisce l’eccitazione sessuale e quindi l’erezione, causando a sua volta l’insorgere dell’ansia per la prestazione successiva.

I soggetti tendono a chiedersi ogni volta se riusciranno ad avere un’erezione e se riusciranno a conservarla, trasformando il rapporto sessuale in una prova, un esame nel quale impegnarsi pena la bocciatura.

Tutto questo riduce fino ad annullare la spontaneità del rapporto, trasformando così la sessualità in qualcosa di meccanico e spiacevole in cui il soggetto affetto da D.E diviene non solo “vittima” ma, anche e soprattutto “carnefice” in quanto giudice della propria prestazione, distraendosi così dal coinvolgimento nel rapporto e minando alla base ogni possibilità di riuscita.

Questo meccanismo si autosostiene, inserendosi nella “famiglia” delle “profezie che si auto avverano”, infatti, questa attività di auto osservazione rinforza nel soggetto la convinzione della propria incapacità, che a sua volta determina la D.E e, così via in un circolo vizioso.

Secondo alcuni studi ed anche secondo la mia personale esperienza, la D.E secondaria in almeno il 30% dei casi è una conseguenza di una pregressa eiaculazione precoce che sì è instaurata, in alcuni casi, anche anni prima della comparsa della sintomatologia erettile.

È da notare come la D.E divenga poi nel corso del tempo una situazione patologica all’interno della coppia e nella coppia, causando anche nella partner, o nel partner in caso di relazione omosessuale, sensi di colpa (tendenzialmente non ci si sente abbastanza attraenti, capaci, sensuali etc.).

Questo genera a sua volta ansia all’interno della coppia, che ovviamente non giova a migliorare il disturbo, anzi ne accresce la forza e ne accentua la sofferenza.

Nella seconda parte vedremo il momento della diagnosi e le terapie che vengono comunemente utilizzate al giorno d’oggi per vincere questa disfunzione.

Dott. Rossano Tosi
Psicologo Brescia

Mi occupo di

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Dr. Rossano Tosi

Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo

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